Professionisti
Essere lavoratori autonomi significa affrontare sempre nuove sfide fiscali. Per fortuna c'è lo Studio Mazzoleni & Partners, che risponde a ogni tua domanda.
Sono un professionista: il mio cliente dispone un bonifico in mio favore in data 30.12.2017 e contestualmente mi rilascia la relativa CU; ricevo l’accredito sull’estratto conto il 03.01.2018: in quale esercizio devo considerare l’incasso e la relativa ritenuta d’acconto?
In questo caso non vi è corrispondenza tra l’esercizio nel quale considerare l’incasso e quello in cui considerare la ritenuta d’acconto. L’incasso tramite bonifico deve essere considerato alla data di effettiva disponibilità della somma accreditata (03.01.2018), mentre la certificazione dovrà essere inserita nella dichiarazione dei redditi 2018 (anno 2017).
Il lavoratore autonomo (libero professionista) è colui che offre un servizio o un’opera di natura intellettuale ad un committente senza avere una organizzazione di impresa. Il lavoratore autonomo non è, pertanto, un imprenditore.
Il primo passo per l’inizio di una attività professionale è la richiesta di partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate.
Il lavoratore autonomo non si iscrive al Registro delle Imprese.
Il lavoratore autonomo può aprire la partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’inizio dell’attività professionale. L’apertura della partita Iva avviene esclusivamente con modalità telematica senza nessun costo. Le uniche spese affrontate coincidono con le tariffe del commercialista.
Le imposte da pagare annualmente sono :
- Irpef – imposta sul reddito delle persone fisiche – in funzione del reddito dichiarato;
- Irap – per i soli professionisti dotati di autonoma organizzazione;
- Iva –(ad esclusione dei professionisti prorata e professionisti in regime agevolato, ossia minimi e forfettari) versamenti periodici allo Stato dati dalla differenza dell’Iva incassata dai clienti e quella pagata ai fornitori di beni e servizi (tenendo conto delle diverse % di detraibilità per determinate spese);
- Tra i versamenti annuali vi sono anche quelli previdenziali. Se il professionista è iscritto ad un Ordine riconosciuto (medici, architetti, ingegneri, geometri, ecc..) sarà obbligatoriamente iscritto ad una cassa previdenziale privata; se il professionista è sprovvisto di cassa previdenziale si dovrà iscrivere alla Gestione Separata Inps.
Tutte le spese possono essere detratte se rispettano due principali requisiti:
- Inerenza rispetto all’attività esercitata e Certezza documentale della spesa sostenuta.
Tali costi sono deducibili dal reddito annuale di lavoro autonomo secondo il principio di cassa: cioè si possono dedurre le sole spese effettivamente pagate.
La percentuale di deduzione delle spese dipende dalla tipologia della spesa stessa.
Le spese sostenute esclusivamente per l’attività sono in genere deducibili al 100% ( ad esempio le spese per il personale dipendente, l’acquisto di cancelleria, l’affitto di un ufficio). Sono invece deducibili in percentuali limitate le spese considerate “promiscue” rispetto alla vita personale del professionista : ne sono un esempio le utenze riferite ai locali dove è ubicata anche la residenza e quelle per la telefonia.
La fattura elettronica è una semplice fattura, che viene trasmessa all’ente pubblico con modalità telematica. Per poterla emettere è necessario avere:
- Un programma e un canale di invio (SDI – Sistema di Interscambio) apposito, il quale provvederà ad inviare la fattura in formato xml richiesto dalla Pubblica Amministrazione.
- Una smart – card (firma digitale) del titolare o del Legale Rappresentante.
- I codici obbligatori rilasciati dall’ente, ossia CODICE UNIVOCO (codice che identifica l’ente pubblico di riferimento) e CODICE CIG (che identifica il servizio, la prestazione o l’ordine che viene fatturato) da inserire nella fattura elettronica.
- Determina del Comune/scuola/… nella quale viene specificato l’importo da fatturare e le tempistiche per il pagamento. Inserire sempre gli estremi della determina (numero e data) nella descrizione della fattura che si sta emettendo.
I passaggi da seguire sono i seguenti:
- Sottoscrivere il contratto in duplice copia
- Apporre una marca da bollo su entrambe le copie da € 16,00 ogni 100 righe
- Versare l’imposta di registro di 200,00
- Compilare modello 69 disponibile in qualsiasi ufficio dell’Agenzia Entrate
Il tutto va presentato entro 20 giorni dalla data di stipula del contratto allegando la fotocopia dei documenti d’identità di tutte le parti. Il contratto di comodato d’uso sottoscritto tra genitori e figli e viceversa potrebbe dare delle agevolazioni.
Sono un professionista iscritto alla mia cassa di previdenza, quali sono i contributi che devo versare e le comunicazioni da effettuare?
Ogni cassa di previdenza ha le proprie direttive sia a livello di versamenti sia a livello di comunicazioni.
Accedendo alla propria area riservata presente sul sito della cassa, potrete ottenere le suddette informazioni.
In linea generale l’autovettura è detraibile ai fini iva al 40% mentre ai fini reddituali è deducibile al 20% (nel limite di euro 18.075,00).
Tuttavia, per i professionisti che appartengono al regime agevolato dei minimi la deduzione è nella misura del 50% sul totale della fattura.
La legge di stabilità 2015 ha inserito nell’articolo 17, comma 6 del DPR 633/1972 la lettera “a-ter” che ha esteso il meccanismo del reverse charge anche alle prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici.
La novità consiste nel fatto che, dal 1° gennaio 2015, le fatture per i servizi di pulizia emesse nei confronti di soggetti passivi Iva non conterranno più l’addebito dell’Iva.
Un cliente di un commerciante al dettaglio, che emette solo scontrini fiscali, chiede il rilascio di una fattura: come si deve comportare il commerciante?
Il commerciante può emettere fattura qualora il cliente ne faccia esplicita richiesta.
A tal proposito una circolare del ministero delle finanze specifica che l’emissione della fattura può essere richiesta entro e non oltre le 24 ore successive dall’acquisto dei beni.
In tal caso l’emissione della fattura al momento dell’operazione fa venire meno l’obbligo di rilascio dello scontrino e il commerciante apporterà sul corrispettivo, in una colonna specifica in corrispondenza della data, l’importo e la numerazione della fattura emessa.
Come devo comportarmi nel caso salti la numerazione delle fatture emesse? E nel caso ne emetta due con lo stesso numero?
Nel primo caso occorre farne comunicazione nel piu breve tempo possibile al cliente inviando specifica richiesta di modifica numerazione.
Nel caso non fosse piu possibile occorre informare lo studio dell’avvenuto che provvederà a predisporre una dichiarazione di salto numerazione per cause involontarie.
Nel secondo caso sarà sufficiente apporre accanto alla numerazione della seconda fattura la dicitura BIS.
Quando il rimborso riguarda spese sostenute per lo svolgimento dell’attività professionale come le spese di vitto, viaggio e alloggio documentate e sostenute al di fuori del Comune dove il professionista ha il domicilio fiscale queste possono essere addebitate in fattura in una voce specifica e seguiranno la stessa imposizione a ritenuta d’acconto, a rivalsa INPS e al trattamento IVA del compenso addebitato.
La banca per legge trattiene sui bonifici bancari incassati relativi alle fatture emesse ai clienti per le spese di ristrutturazione e risparmio energetico, una ritenuta pari all’ 8%.
Alla fine dell’anno la banca invierà una certificazione riepilogativa delle ritenute subite che saranno considerate ai fini della dichiarazione dei redditi come acconto sulle imposte.
La legge di stabilità 2015 (Legge n. 190/2014) ha previsto un’estensione dell’applicazione IVA con il meccanismo del reverse charge (inversione contabile) alle operazioni poste in essere nei confronti di soggetti passivi IVA.
Con la nuova formulazione dell’art. 17, comma 6, del DPR 633/72, il reverse charge è applicabile anche ai servizi di pulizia, demolizione, completamento di edifici nonché attività di installazione, manutenzione e riparazione di impianti: elettrici, elettronici, idraulici, riscaldamento e condizionamento dell’aria, distribuzione del gas, spegnimento antincendio, ascensori e scale mobili.
Ho ricevuto fatture di acquisto relative ad anni precedenti, posso registrarle e detrarre l’iva relativa?
La registrazione di fatture passive può essere effettuata anche oltre l’esercizio, tenendo conto che: il diritto alla detrazione dell’IVA può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui lo stesso è sorto ed alle condizioni esistenti al momento della sua nascita (esigibilità dell’imposta).
In sede di dichiarazione dei redditi ogni contribuente deve versare il saldo relativo all’esercizio in oggetto più gli acconti per l’anno in corso. Nella prima dichiarazione dei redditi il contribuente dovrà dunque versare il 100% delle imposte a debito risultanti dal modello unico, più un acconto per l’anno in corso pari al 100% dell’imposta dell’anno di inizio attività. In questo primo anno di attività non avrà quindi acconti pregressi da scomputare. Viceversa, a partire dalla dichiarazione successiva, il contribuente potrà scomputare, dal debito risultante, gli acconti versati l’anno precedente oltre agl’acconti calcolati per l’anno successivo.
Un contribuente forfetario ha emesso una fattura nel 2016, ma l’ha incassata nel 2017: in quale anno questa fattura concorrerà alla formazione del reddito?
I soggetti che appartengono al regime forfetario determinano il reddito imponibile secondo il principio di cassa. Nel caso in specie, la fattura concorrerà alla formazione del reddito al momento dell’incasso, cioè nel 2017.
La liquidazione periodica iva è data dalla differenza tra l’iva esigibile (iva a debito) sulle fatture di vendita e l’iva detraibile (iva a credito) sulle fatture di acquisto. Se l’iva a debito è maggiore dell’iva a credito si avrà un saldo a debito da pagare, in caso contrario, a credito. In caso di risultato a credito, questo verrà riportato nella liquidazione successiva. In caso di saldo a debito, questa dovrà essere versata tramite modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo (liquidazione mensile) oppure entro il giorno 16 del secondo mese successivo (liquidazione trimestrale).
Il requisito formale per poter acquistare da un paese dell’Unione Europea è l’attivazione della partita iva comunitaria, ovvero l’iscrizione al VIES: tale iscrizione è automatica per le aziende di nuova costituzione. Se l’azienda non effettua operazioni per quattro trimestri consecutivi, l’Agenzia delle Entrate può, previa comunicazione, escludere il soggetto passivo.L’acquisto all’estero prevede poi diverse casistiche a seconda del tipo di acquisto e dallo stato con cui si intraprende la relazione commerciale. Lo studio è a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Questi due istituti riguardano ambiti diversi: il regime dell’iva per cassa prevede che il calcolo dell’iva del periodo sia determinato dalla differenza tra l’iva sulle fatture di vendita incassate nel periodo e l’iva sulle fatture di acquisto pagate nel periodo.
La determinazione del reddito per cassa viceversa è una modalità secondo la quale un costo o un ricavo concorrono effettivamente alla determinazione del reddito solo nel momento in cui tale costo o ricavo è pagato o incassato. Per approfondire le modalità della loro attuazione vi invitiamo a contattare lo studio.
L’acconto iva è un anticipo sull’iva a debito del quarto trimestre per i contribuenti trimestrali e del mese di dicembre per i contribuenti mensili che deve essere pagato entro il 27/12 di ogni anno. L’importo dello stesso può essere calcolato con diverse modalità e quella naturale consiste nel metodo storico. In base a questo metodo l’importo dell’acconto corrisponde all’88% del debito del quarto trimestre o del mese di dicembre dell’anno precedente. Nel caso in cui si vogliano approfondire le ulteriori due modalità di calcolo dell’acconto iva e valutare quale possa essere quella più conveniente vi invitiamo a contattare lo studio.
Per poter emettere correttamente la fattura di vendita di un’autovettura acquistata nell’esercizio dell’ attività, occorre anzitutto identificare la fattura di acquisto e il relativo trattamento IVA applicato, per individuare la casistica corretta.
Dovrà essere emessa fattura con iva imponibile nella stessa % di quanto è stato detratto in sede di acquisto.
Se ad esempio all’atto dell’acquisto l’IVA è stata detratta al 40%, la fattura di vendita dovrà avere un imponibile iva pari al 40%, mentre la parte rimanente sarà ”fuori campo IVA”.
In caso di errori che non riguardano la base imponibile e/o l’IVA, è possibile far avere al destinatario copia della fattura corretta affinché provveda alla distruzione del documento inesatto e alla registrazione di quello corretto.
Negli altri casi occorre provvedere all’emissione di una nota di variazione, che può essere:
- in aumento (nota di debito): nel caso la prima fattura sia stata emessa per un importo inferiore a quanto contrattualmente pattuito,
- in diminuzione (nota di accredito) nel caso contrario, ossia qualora sia stato fatturato un corrispettivo superiore a quanto pattuito.
Occorre anzitutto analizzare la comunicazione del curatore fallimentare per verificare i termini per la presentazione dell’istanza di ammissione al passivo del fallimento, affinché il credito da Lei vantato possa essere ammesso alla procedura fallimentare sino all’eventuale ripartizione finale dell’attivo del fallimento.
La domanda di ammissione sarà diversa a seconda del tipo di credito da Lei vantato (chirografario, privilegiato): lo Studio rimane a Sua disposizione per la relativa analisi.
Per quanto riguarda il trattamento civilistico/fiscale del credito, l’importo imponibile diventa una perdita fiscalmente deducibile nell’esercizio in cui è stato dichiarato il fallimento del soggetto debitore, mentre l’importo dell’IVA a suo tempo versata può essere recuperata attraverso l’emissione di una nota di credito intestata al fallimento.
Poiché la normativa in materia è in costante evoluzione ed aggiornamento, per definire il termine entro cui il creditore può emettere nota di variazione per il recupero dell’IVA, La invitiamo a contattare lo Studio per la verifica del caso specifico.
I debiti infrannuali, a differenza del debito scaturito dalla liquidazione annuale, non possono essere rateizzati. Nel caso di impossibilità a pagare i debiti nei termini di legge stabiliti, c’è la possibilità di ravvedersi in corso d’anno con il pagamento di interessi e sanzioni.
Sì, tutti i costi dell’auto, sostenuti durante l’esercizio dell’attività, possono essere parzialmente recuperati previa compilazione di apposita autocertificazione. Lo studio è a disposizione per la compilazione di tale documento.
Regime dei minimi
Domande, risposte e chiarimenti sul regime dei minimi.
Regime forfetario
Domande, risposte e chiarimenti sul nuovo regime forfetario.
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