Regime dei minimi

Regime dei minimi

Regime dei minimi
Lo Studio Mazzoleni & Partners dissolve i dubbi di chi vuole aprire la partita Iva con l'opzione regime dei minimi con una serie di domande e risposte.

 

Ho un’attività in regime dei minimi, ma il mio lavoro sta diminuendo. Sto quindi valutando un’offerta come lavoratore dipendente che mi è stata avanzata in questo periodo, vorrei accettare, mantenendo aperta la partita IVA: l’attività di lavoro dipendente è compatibile con l’esercizio di un’attività in regime dei minimi?

Si, le due attività (lavoratore dipendente e titolare di partiva IVA in regime dei minimi) sono tranquillamente compatibili e l’una non cumula reddito con l’altra.

Cos’è il “ regime dei minimi”?

Introdotto nel 2008, il regime dei minimi è un regime fiscale agevolato che permetteva di entrare nel mondo del lavoro senza affrontare le tante spese della partita iva classica.

Nel 2015 è stato introdotto un nuovo regime, cosiddetto forfetario, che ha definitivamente abrogato, a partire dall’anno 2016, il regime dei minimi.

Dall’1.1.2016 infatti non è più prevista l’opzione per il regime dei minimi per le nuove attività.

Tuttavia, chi applicava il regime prima del 31.12.2015 può continuare ad usufruirne fino alla scadenza naturale (raggiungimento del 35° anno di età o 5 anni di permanenza)

Quali erano i requisiti per accedere con l'opzione regime dei minimi?

I requisiti richiesti per poter accedere al regime sono:

  • il contribuente non abbia esercitato, nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  • l’attività da esercitare non deve costituire, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
  • qualora venga proseguita un’attività d’impresa svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi, realizzati nel periodo precedente a quello di riconoscimento del beneficio, non deve essere superiore ad Euro 30.000,00;
  • il contribuente non sia socio di società di persone, associazioni professionali, S.R.L. trasparenti.

Che vincoli deve rispettare annualmente il soggetto aderente al “regime dei minimi?”

Il regime dei minimi  prevede il rispetto dei seguenti limiti annui:

  • Non aver  percepito compensi ragguagliati ad anno superiori a € 30.000.
  • Non aver effettuato cessioni all’esportazione
  • Non aver sostenuto spese per dipendenti/collaboratori
  • Non aver effettuato acquisti di beni strumentali superiori a € 15.000 di media nel triennio precedente

Che durata ha il regime dei minimi?

È previsto normalmente per un periodo di 5 anni comprensivi dell’anno di inizio attività. Tuttavia, per coloro che non hanno ancora compiuto 35 anni alla scadenza del quinquennio esiste la chance di prolungare la permanenza nel regime fino al periodo di imposta in cui andranno a compiere il 35° anno di età compreso.

Il limite dei ricavi annui come viene calcolato?

I contribuenti non possono conseguire ricavi superiori ad € 30.000 che verranno determinati applicando il principio di cassa, ossia considerando le sole fatture incassate nell’anno di imposta

Quali sono i vantaggi nel regime dei minimi?

  • Esonero dalla tenuta dei registri contabili
  • Esonero dalla registrazione delle fatture emesse, dei corrispettivi (certificazione dei corrispettivi obbligatoria) e degli acquisti
  • Esonero dalle liquidazioni Iva, versamenti Iva, dichiarazioni Iva e comunicazioni Iva
  • Irpef ad aliquota unica del 5% sul reddito prodotto
  • Esonero dallo studio di settore
  • Esonero dall’applicazione della ritenuta di acconto Irpef

Come si recupera l’Iva che viene pagata sulle fatture di acquisto?

Il Regime dei Minimi non prevede l’esposizione dell’Iva sulle fatture emesse e di conseguenza l’Iva delle fatture di acquisto non sarà recuperata con le liquidazioni Iva previste per gli altri regimi ordinari, ma verrà considerata come costo.

Quali spese si possono dedurre al 100 e quali al 50%?

I costi deducibili rientrano in due grandi categorie:

  • quelle proprie dell’attività, deducibili al 100%
  • quelle promiscue, deducibili al 50%.

Alla prima categoria appartengono ad esempio gli acquisti di beni strumentali come computer e attrezzi di lavoro. Fanno parte dei costi totalmente deducibili anche l’eventuale affitto del locale per svolgere l’attività e le prestazioni da parte di altri professionisti entro i limiti imposti.

Le spese promiscue sono quei costi che riguardano sia la professione che la vita personale. Il caso più emblematico è quello dell’acquisto dell’auto o del cellulare. In questo caso si caricherà il costo al lordo dell’Iva in misura del 50%.

Come si apre la partita Iva con l'opzione regime dei minimi?

Per questo tipo di regime, nel momento in cui viene compilato il modello Agenzia Entrate per la richiesta di apertura partita Iva, si deve fleggare nel quadro B l’opzione Regimi Minimi che permette di farne parte.

Che cosa è cambiato nel 2015?

Nel 2015 è stato introdotto un nuovo regime, cosiddetto forfettario, che ha definitivamente abrogato, a partire dall’anno 2016, il regime dei minimi. Infatti, dall’1.1.2016 non è più prevista l’opzione per il regime dei minimi per le nuove attività.
Tuttavia, chi applicava il regime prima del 31.12.2015 può continuare ad usufruirne fino alla scadenza naturale (raggiungimento del 35° anno di età o 5 anni di permanenza).

 


Qualunque dubbio tu abbia riguardo il regime dei minimi, CONTATTACI,  sapremo rispondere ad ogni tuo quesito


 

 

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