Quante tasse pagherò a giugno 2022?

Quante tasse pagherò a giugno 2022?

Di Roberto Mazzoleni, 14 Ottobre 2021

Solo un mese fa, scadeva il termine per il pagamento del saldo delle imposte relative alla dichiarazione redditi 2020. Complice le conseguenze della pandemia (tra lockdown, riprese e rifermi tutti) i redditi 2020 sono stati tendenzialmente più bassi rispetto a quelli del 2019.

Cosa è accaduto in ambito fiscale?
Che con un volume di reddito inferiore, il saldo delle imposte per l’anno 2020 – grazie agli acconti già versati sul maggior reddito 2019 – è stato pari a zero se non, addirittura a credito.

E inferiore, rispetto agli anni prima, è l’importo degli acconti per l’anno 2021.

Nel 2021 la ripresa si vede anche dalle situazioni economiche infrannuali delle aziende.
Dal mio piccolo, piccolissimo, grado di visione (i clienti del mio studio…), tali situazioni economiche ci dicono che nella stragrande maggioranza dei casi il reddito ipotetico dell’anno 2021 tornerà, nel peggiore dei casi, a quello conseguito nel 2019. 

Cosa succederà a livello fiscale?
Succederà quello che accade, ed è spesso motivo di preoccupazione per gli imprenditori e professionisti start-up, quando inizi un’attività economica e giungi alla tua prima dichiarazione dei redditi: ti viene chiesto il saldo per l’anno chiuso e gli acconti per l’anno successivo.
Quindi, quando si chiuderanno le dichiarazioni dei redditi dell’anno 2021 – e saremo a giugno/luglio 2022 – i saldi delle imposte (Irpef, Irap, Inps, ecc.) saranno calcolati sul reddito del 2021 (più alto del 2020) e senza l’assistenza – o certamente in misura inferiore rispetto agli anni precedenti – degli acconti già versati. A ciò si aggiungono gli acconti per l’anno 2022.

Ti faccio un esempio per capire meglio, ipotizzando che tu sia un imprenditore individuale iscritto alla gestione IVS commercianti.
Supponi che per l’anno 2020 (anno certamente non ordinario per tutto quanto è successo a livello mondiale) tu abbia dichiarato un reddito di euro 20.000.

Su questo reddito ti sono stati calcolati, ed hai già versato o verserai a novembre, gli acconti per l’anno 2021: ipotizziamo per semplicità 3.000 euro di acconti Irpef e 1.000 euro di acconti Inps.
Nel 2021, complice il fermento post-pandemia le cose si sono riprese e il reddito ipotizzato arriva ad euro 40.000 il calcolo, sempre in via indicativa, sarà questo:

  • Saldo Irpef: dovuto euro 9.000 – acconti versati euro 3.000 = euro 6.000
  • Saldo Inps: dovuto euro 5.800 – acconti versati euro 1.000 = euro 4.800
  • Primo acconto Irpef per l’anno 2022 = euro 4.500
  • Primo acconto Inps per l’anno 2022 = euro 2.900
  • Totale di euro 18.200, prego si accomodi alla cassa.

Certamente un conteggio siffatto può essere semplicemente adattato ad altre realtà: società di capitali, professionisti, artigiani e forfettari.
 
Che fare?
Almeno due cose:

  1. Sfruttare l’ultima parte dell’anno, ma spero che tu abbia già iniziato a farlo, per mitigare tale importo. Naturalmente mi riferisco ad azioni legittime, quali ad esempio investimenti che possono sfruttare il credito d’imposta 4.0 oppure costi che hai sempre tenuto nel cassetto e che ora è il momento di fare: pubblicità, campagne marketing, ecc..
    Tali azioni devono chiaramente tenere conto del regime fiscale che si applica alla tua azienda: per competenza, per cassa o per documenti emessi/ricevuti.
     
  2. Non arrivare a giugno/luglio 2022 nel buio più completo: a gennaio 2022 i giochi saranno ormai fatti e potrai prevedere, con un congruo anticipo, l’esborso finanziario che dovrai sopportare da lì a sei mesi.

Cosa non deve succedere?
Un’unica cosa:

  1. Lamentarti, a giugno 2022, degli F24 che ti produrrà il tuo commercialista. Ora che te l’ho detto, se ciò succederà, la fetta di colpa più grande sarà la tua.

Alla prossima.

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